Ho troppe cose da fare, tutto urgente, non ce la faccio più. Nessuno capisce l’entità del mio problema. Come mai mi ritrovo ad avere troppe cose da fare oggi? In questo articolo ti parlerò del tema di come affrontare il sovraccarico di lavoro.
Come mai mi ritrovo ad avere troppe cose da fare oggi?
Ieri ho avuto una sessione con una mia cliente che mi ha raccontato la sua situazione lavorativa. Alessandro non ce la faccio più, io sono veramente al limite, non riesco più a gestire il mio tempo. Ho la scrivania sovraccarica di pratiche che avrei dovuto evadere non la settimana scorsa, ma due settimane fa. Inoltre ricevo continuamente chiamate dai miei colleghi che mi chiedono ancora ulteriori lavori da fare.
Io non ce la faccio più, ma cosa faccio? Non dormo la notte. Pensa che io dormo con un blocco note vicino al comodino e di notte mi sveglio e prendo appunti sui pensieri che mi vengono relativamente al lavoro. Ma così non si vive. Lavoro fino alle dieci di sera e quando vado a casa ho sempre il lavoro dentro la mia testa. E poi? E poi il mio capo mi chiama e mi dice che devo fare questo e quello. Io gli dico che sono in difficoltà, ma lui mi dice: “È okay, trova una soluzione”.
Ma che cosa significa questo?
Significa che per iniziare bisogna focalizzare la mente in una sola direzione, osservare i propri pensieri, perché i pensieri generano emozioni e la sofferenza è un’emozione. Ma ciò che conta e che è importante è che il pensiero è involontario. Quante volte non vorremmo pensare a quella determinata cosa, quella lite, quel fatto negativo, quella situazione incresciosa in cui ci siamo trovati, la scrivania piena di pratiche, ma non siamo capaci di fare a meno di avere pensieri che ci fanno soffrire contro la nostra volontà.
“Troviamola. Dimmi tu cosa ti serve”. Io gli dico cosa mi serve e lui mi dice: “No, questo non si può. Costa troppo. Dobbiamo andare avanti con le risorse che abbiamo”.
E quindi punto a capo. Cosa devo fare? Come può aiutarmi?
Un libro per affrontare il sovraccarico di lavoro
In queste situazioni la cosa principale da fare è una sola e faccio riferimento ad una ricerca che ha fatto il noto psicologo Giulio Cesare Giacobbe e che ha descritto nel suo libro Come diventare Buddha in cinque settimane, dove l’elemento cardine per affrontare queste situazioni all’inizio è uno soltanto. Respira.
Come si producono i pensieri involontari?
Ma come si producono i pensieri involontari? Si producono dalla nostra memoria che fa rimanere attivi i pensieri registrati. Traumi, eventi, ansie, insuccessi, perdite rimangono incisi nella nostra memoria, nel nostro inconscio e richiamano i pensieri che riproducono quelle emozioni. Il pensiero che dà sofferenza è il prodotto automatico della tensione registrata nella nostra memoria. I pensieri si riproducono, pensiero più emozione si registrano assieme e quando scatta un’emozione si attiva anche il relativo pensiero ad essa associato.
A me piace paragonare i pensieri ai semi. I pensieri sono come i semi di una pianta. Pensieri positivi creano piante dai frutti rigogliosi. I pensieri negativi creano piante velenose. Quindi la causa della sofferenza è il pensiero, e quindi il controllo della mente coincide con il controllo del pensiero. Nel buddismo si parla di retto pensiero, cioè eliminazione dei pensieri negativi involontari a favore di pensieri positivi, volontari. Quindi pensieri volontari positivi contro pensieri involontari negativi.
Semplifichiamoci la vita, inizia a osservare i tuoi pensieri con distacco. Questa si chiama retta concentrazione. Facendo così, osservando i tuoi pensieri, togli loro la carica emotiva e blocchi la riproduzione del pensiero negativo. Questa è una frase che mi piace molto e che ti voglio riportare. Siamo dominati con tutto ciò in cui ci identifichiamo e dominiamo tutto ciò da cui ci disidentifichiamo.
Ci identifichiamo con i pensieri. Nel momento in cui ci identifichiamo con i pensieri, la nostra energia vitale viene di conseguenza influenzata, ma il pensiero è automatico, generato dalla nostra emozione registrata. Quindi ci perdiamo nel pensiero e ci identifichiamo con esso. Se spostiamo la nostra attenzione dal pensiero e lo vediamo dall’esterno il nostro io si sposta e quindi l’emozione scompare.
Un esercizio su come affrontare il sovraccarico di lavoro
A questo proposito ti consiglio di fare questo esercizio ogni volta che ti capitano pensieri opprimenti, pensieri che ti creano sofferenza.
Fai questo esercizio. Immagina di essere seduto all’interno di una sala cinematografica. Sei da solo, da sola. Vedi la sala. Le poltrone attorno a te sono vuote, la luce soffusa, lo schermo è completamente nero. Ad un certo punto lo schermo si accende e appare l’immagine della situazione che stai vivendo in modo negativo. Ti vedi.
Vedi te stesso, te stessa che sta vivendo quella determinata emozione. Vedi la tua scrivania piena di pratiche e vedi te stessa che stai cercando di annaspare per tirarti fuori da questa situazione. Ti vedi rispondere al telefono e vedi che ti alzi, che corri, vedi la scena che più ti pesa, la osservi dall’esterno e ti limiti semplicemente ad osservare. Lo sforzo che devi fare è quello di vedere te stesso, te stessa nella scena. Se non ti vedi, significa che sei associato a quella determinata situazione e quindi proverai la stessa emozione di sempre, la stessa ansia, la stessa sofferenza.
Vediti al di fuori. Tu sei seduto, seduta sulla poltrona del cinema e vedi il film della scena che ti fa soffrire. Fai questo esercizio per tutti i pensieri negativi che ti pesano maggiormente. Prova, semplicemente così. Lascia scorrere la scena se vuoi metterci anche una sigla, magari una sigla allegra di una musichina e vedila. Se vuoi fare un altro passo in avanti ulteriormente, rivedi la scena al contrario. Fai finta che il film si riavvolge e poi riparte e poi si riavvolge e poi riparte tante volte quante sono necessarie. Decidi tu. Vedrai che a un certo punto questa scena non ha più il significato di prima e tu ti senti più sollevato o più sollevata. Fai questo esercizio e poi fammi sapere com’è andata.
Cosa dice una mia cliente
Buongiorno Alessandro. Credo che si stia stemperando un po’ la tensione perché l’altra sera mi sono praticamente addormentata sul divano e così anche ieri sera. Mi sono addormentata prestissimo rispetto al solito e quindi credo che qualcosa stia cominciando a cambiare anche al lavoro. Cerco di calmarmi e vedo di non farmi sopraffare dagli eventi. Gli esercizi della respirazione? Avevo provato al lavoro, ma non è andata bene, sono stata interrotta due volte. Vabbè però vado avanti, vado al lavoro. Buona giornata e buon lavoro.
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